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Consiglio Grande e Generale: clima collaborativo sulla politica estera

20 ott 2009
“Speriamo che l’Italia abbandoni le remore e firmi”. Lo stato degli accordi bilaterali passa da questa ammissione del Segretario agli Affari Esteri Antonella Mularoni. Un intervento che non passa inosservato nell’ opposizione. Ammette le difficoltà, ma ricorda la decisa accelerazione nel rispetto degli standards internazionali: “siamo in una strada senza ritorno – dice la responsabile di politica estera - e dovremo attraversare una fase di transizione ma il nostro paese resta appetibile e abbiamo vinto battaglie ben più difficili”. La sottoscrizione degli accordi Ocse apre una maggiore internazionalizzazione e nuove prospettive per il nostro paese. Tema ripreso anche dagli interventi dell’Aula. Sulla collaborazione finanziaria e doppia imposizione “forse di poteva fare meglio – prosegue la Mularoni – ma gli accordi vanno comunque a favore di entrambi”. Sull’estero vestizione ricorda l’attenzione tutta italiana e il timore che le aziende del circondario possano trasferirsi sul Titano.
Poi le critiche. Alla stampa sammarinese che la Mularoni definisce “autolesionista”, non bastassero gli attacchi che arrivano da oltre confine. Smentisce i numeri dei residenti stranieri, rilanciati dalla Agenzia delle Entrate “non esistono 8mila italiani a San Marino" ribatte Gatti. "Più di 4mila sono sammarinesi” per il Segretario alle Finanze la mancata firma non dipende da San Marino. “Una delle ragioni per cui Tremonti rallenta è legata allo scudo fiscale. Con l’intento di creare pressione”. L’impressione è che la strada delle intese, dapprima in discesa con l’arrivo di Frattini a marzo, si sia fatta improvvisamente in salita, sia per la vicenda Carisp, sia per la decisa stretta del G20 sui paradisi fiscali.
Il clima collaborativo aperto dal Segretario Mularoni trova sponda nell’opposizione. Tutti invocano maggiore responsabilità. Interventi politici, perché i testi – ricordano – non sono stati consegnati. Una sorta di "l’unione fa la forza”, in questa fase, riassunta dall’ordine del giorno dei Democratici di Centro: impegna il Congresso a promuovere un chiarimento politico con il governo italiano sugli impedimenti all’accordo tenendo informato il Consiglio.
Per la cronaca. Questa mattina il Consiglio si è fermato per ricordare l’operaio morto sul lavoro.

Giovanna Bartolucci

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