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In Consulta il confronto sulla legge elettorale

4 ott 2005
In Consulta il confronto sulla legge elettorale
Chiedono di più, più concretezza nelle proposte, e più ascolto alla Consulta quale organo di diritto pubblico. Tornano a invocare l’abrogazione dell’art. 7 o, almeno, correttivi citando i sempre più frequenti casi di apolidia politica: giovani in possesso della sola cittadinanza sammarinese e che proprio per effetto dell’articolo 7, si trovano impossibilitati ad esercitare il diritto di voto. Il confronto tra le forze politiche sammarinesi sull’ultima riforma che il governo straordinario si appresta ad affrontare, approda davanti ai presidenti delle 24 comunità estere.
Sul palco tutti i partiti espongono la propria ricetta: tutti ribadiscono la necessità di un sistema proporzionale; non manca chi risparmia critiche ai ritardi della maggioranza nell’affrontare la riforma del voto, chi critiche dal lato tecnico al meccanismo del doppio turno. Ma quello che più interessa alla paltea dei sammarinesi residenti fuori territorio, è chiaramente, la posizione sul voto estero. Massima apertura dai rappresentanti politici a discutere possibili soluzioni, con AP – (quella esposta dal coordinatore Giorgetti resta la posizione più scomoda per i cittadini esteri” - che torna a proporre l’istutuzione di due collegi, uno locale per i soli residenti e uno nazionale per tutti, interni ed esteri, andando così a riequilibrare la determinazione dei seggi. Ma i rappresentanti delle comunità si aspettano di più. Gloriana Casadei di Detroit, torna a ribadire che nessuno può stabilire chi abbia maggiore o minore consapevolezza nel voto e diviene anche provocatoria quando chiede alla Consulta di chiudere immediatamente i lavori fino a che non arrivino risposte definitive da politica e istituzioni. Duro il presidente della Comunità di Roma Fattori che ribadisce come un diritto dei sammarinesi non residenti di incidere sulla politica e sulle scelte del paese.

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