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Immobilismo e recessione oppure Per San Marino

4 nov 2012
Immobilismo e recessione oppure Per San Marino
Immobilismo e recessione oppure Per San Marino
Immobilismo e recessione oppure Per San Marino

Sembra che il governo del Patto ci goda a sguazzare nell’immobilismo e nella recessione che stanno affondando il Paese.
Invece di inveire per quattro anni contro Tremonti, di impedire un nuovo rapporto con l’Europa, di fare le gite dei cosiddetti “governatori”, di subire lo scudo fiscale, di demolire il sistema bancario, di costringere molti giovani all’emigrazione, potevano fare qualcosa per il Paese. Ma non l’hanno fatto e hanno pensato solo alle loro ambizioni e al loro potere.
Il movimento PER SAN MARINO chiede un Piano delle Attività Produttive e dei Servizi per inserire nuove tecnologie e centri di ricerca scientifica, per valorizzare la libera impresa, per garantire la protezione degli investimenti, per abolire il sistema concessorio e revocatorio, per incentivare la cooperazione, per promuovere l’istituzione di un Fondo di Investimento pubblico/privato dedicato alla nascita e allo sviluppo di attività imprenditoriali.
Il Piano poteva essere varato all’inizio della Legislatura migliorando sicuramente le condizioni del Paese, ma i fenomeni governativi hanno preferito governare alla giornata coltivando l’orticello del clientelismo e dell’improvvisazione.
Col movimento PER SAN MARINO si può cambiare; con i partiti che hanno malgovernato non è possibile.
I quattro anni di favole sul Parco Scientifico insegnano.

E’ tutta colpa della black list?
Lo schieramento partitocratico attribuisce alla black list la responsabilità della crisi di sistema in cui è stato portato il Paese. Troppo comodo.
La responsabilità è di tutti i governi che dopo l’assedio militare della Guardia di Finanza del 1997 hanno continuato a cantare e ballare sul ponte del Titanic.
La responsabilità è dei governi che hanno preferito coprire i collusi e i facili arricchimenti piuttosto che fare trasparenza, legalità e sana amministrazione per salvare il Paese, mantenendo l’amicizia e la cooperazione con l’Italia.
La responsabilità è dei governi che non sono stati capaci di varare un progetto per la nuova San Marino; che hanno trascurato completamente la formazione preferendo l’invasione dei frontalieri e chiudendo gli occhi sul lavoro nero di imprenditori amici; che hanno praticato una politica clientelare che dissesta le finanze pubbliche e impedisce una politica economica.
La responsabilità è dei governi che nel 2006 hanno rifiutato un buon accordo con l’Italia e dal 2008 hanno fatto la guerra al Ministro Tremonti invece che farla ai ladri e ai criminali.
Smettano dunque i partiti di raccontare le favole. Smettano i cittadini di farsi prendere in giro.

Comunicati stampa

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