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L'Aula si scontra sugli stipendi ma trova la sintesi su indennità di malattia

di Monica Fabbri
28 apr 2020
L'Aula si scontra sugli stipendi ma trova la sintesi su indennità di malattia

Sulle misure urgenti del Decreto del 17 aprile l'Aula s'infiamma. C'è il tema nodale della ripartenza e l'opposizione solleva il problema della gestione familiare. Gli emendamenti di Libera su assunzione di babysitter e smart working vengono bocciati mentre c'è unanimità sull'indennità di malattia. Per un periodo era stata ridotta, sollevando forti critiche. Per le malattie comuni l'indennità economica è corrisposta per il 60% nei primi 14 giorni e  successivamente per l'86%. Al 100% - invece - per infortuni sul lavoro e gravidanza. Si riconosce l'infortunio professionale al 100% per operatori Iss, Protezione Civile, forze di polizia e volontari. L'indennità economica temporanea è corrisposta dalla data dell'esito positivo del test al Covid.

Per i malati oncologici e con patologie croniche, infine, è dato mandato al Congresso di garantire il trattamento economico retroattivo. Si trova la sintesi anche sull'emendamento programmatico di Libera per una nuova organizzazione del lavoro basata su flessibilità e tecnologie digitali sia nel pubblico che nel privato. Non mancano, però, momenti di tensione. Il Decreto in oggetto tra qualche giorno non sarà più in vigore mentre le proposte dell'opposizione riguardano il dopo. Sulla richiesta di Repubblica Futura di portare l'integrazione salariale ad un minimo retributivo di 900 euro, scoppia la polemica. Si rimpallano le accuse. “Sapete benissimo che le risorse non ci sono. In tre anni di Governo avete fatto uscire somme ingenti” – tuona il Segretario alle Finanze Gatti. “Colpa della Dc che ha creato una piazza finanziaria portando le banche da 4 a 12”– contrattacca Nicola Renzi. Per la maggioranza si sta facendo populismo mentre il Segretario alla Sanità Ciavatta ricorda che le persone in cassa integrazione sono circa 8000 e che si stanno discutendo con il sindacato soglie inferiori proprio perché la situazione non è sostenibile. Gian Nicola Berti bacchetta tutti: “Stiamo dando un pessimo spettacolo. L'Aula sta tornando a vecchi vizi. Il paese è in attesa di poter riaprire, per tenere in piedi quel poco di economia che ci resta".

E' bagarre anche sui tagli agli stipendi nella scuola. Per RF il principio della decurtazione per chi lavora non è accettabile. Al contrario – ricorda Renzi - Banca Centrale non è stata toccata. Chiede l'integrale retribuzione a chi opera con la didattica a distanza e un contributo di solidarietà del 10% al personale del Settore Pubblico Allargato rimasto in servizio. Il Segretario all'Istruzione precisa: l'insegnamento per via telematica non è la stessa cosa di quanto fatto in presenza. “E' la guerra degli stracci”, commenta Pasquale Valentini. “Non dobbiamo alimentare il conflitto sociale scatenando il contrasto tra categorie ma lavorare sull'unità”. Secondo Giuseppe Morganti l'aspetto della retribuzione è secondario. “Prima serve garanzia di istruzione, con un'indicazione precisa di quello che devono fare gli insegnanti”. Giovanni Zonzini di Rete non condivide la ratio per cui lo stipendio debba diminuire perché cala il lavoro. Invita a parlare, piuttosto, di contributo di solidarietà. Alla prova del voto gli emendamenti di RF vengono respinti. 



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