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Happy birthday: 50 anni della mitica Alfetta

Storia di una delle vetture italiane più iconiche

di Roberto Bagazzoli
7 giu 2022
Foto museo storico Alfa Romeo
Foto museo storico Alfa Romeo

1'30" di lettura

Non fu un inizio facile e così dopo una lunga gestazione, arrivati alla primavera del 1972, arriva nelle concessionarie l'Alfetta: una vettura che segnerà un'epoca. Protagonista disinvolta come berlina sportiva per la famiglia o nella livrea delle forze dell'ordine, nel tempo ha fatto un ingresso trionfale anche nel cinema, protagonista di tantissimi film d'azione degli anni Settanta e Ottanta, con inseguimenti spettacolari tra buoni e cattivi. Chi non ricorda le sgommate di questa iconica vettura nei film polizieschi con Maurizio Merli?



Nata nel Centro Stile Alfa Romeo guidato da Giuseppe Scarnati, deve il suo successo alle linee tese e spigolose che la contraddistinguevano, e al progetto che la caratterizzava: stile accattivante e grintoso con motore brillante, meccanica sofisticata e una grande cura nella realizzazione. Il motore era il collaudato quattro cilindri bialbero 1.8 di 122 CV per una velocità massima di 180 km/h.

Perchè il nome Alfetta? Un vezzeggiativo affettuoso, già utilizzato dai meccanici dell’Alfa per le mitiche GP Tipo 158 e 159 vincitrici dei primi due Campionati mondiali di Formula 1, all'inizio degli anni '50. La prima con i vetri curvi, la prima con un innovativo sistema di iniziazione elettronica, una delle prime con il volante regolabile in altezza. Averne una in garage, tenuta bene, significa avere un tesoretto che può arrivare a 20.000 euro.


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