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Serie D, al Rimini 1912 la stracittadina: 3-0 al Real

23 gen 2011
C’è stato il derby, non c’è stata partita. Il Rimini 1912 vince alla grande la stracittadina, battendo un Real spento, abulico, rinunciatario. Alla fine è stato 3-0 ma il riusltato poteva anche essere più rotondo. Non bastano le assenze di Rocco e Di Giulio a giustificare una prestazione così brutta da parte dell’ undici di Iacobelli, che si è presentato in conferenza stampa con l’ umore davvero pessimo. Insomma, dopo la prestazione col Teramo ci si aspettava ben altro dal Real. Merito anche di 1912 frizzante, propositivo che non ha sentito il peso di dover vincere a tutti i costi per non perdere contatto col vertice. In avvio campo al limite della decenza ma subito biancorossi in avanti. Al quinto, sul primo angolo, Aquino di testa mette fuori di poco. Due minuti dopo l’unico tiro in porta del Real. Bettini per Granito che, da posizione favorevole, spara alto. Al 17' il risultato si sblocca. Baldazzi, Aquino e Olcese dialogano che è un piacere. L’attaccante non si fa pregare per infilare Verì. Esplode il Neri. Passano 14 minuti prima di vedere qualcosa di interessante. Al 31' Olcese zigzaga a destra e centra. Dalla parte opposta Baldazzi colpisce bene ma trova pronto Verì a volare e alzare sulla traversa. La ripresa è un monologo biancorosso. Al nono arriva il bis. Olcese fila a destra e crossa. Sulla ribattuta ripete l’azione e questa volta è vincente. Per Ragatzu mettere dentro di testa da due passi è un gioco da ragazzi. Il Real si sposta in avanti per recuperare ma viene infilato in contropiede tre minuti dopo. Baldazzi sembra una litorina sulla sinistra. Vede Ragatzu e lo assiste. Il capellone però si fa ribattere il tiro da Verì in uscita. Non sbaglia però l’attaccante al 14'. Ancora contropiede. Buonocunto, buona la sua partita, lo serve al bacio e il diagonale si infila nell’angolo più lontano. 3-0 e gran festa in campo e sugli spalti. L’ultimo sussulto di gara al 18'. Angolo di Baldazzi. Aquino ci va sicuro di testa. Verì è stanco di prendere gol e para in tuffo. Al triplice fischio apoteosi del 1912 sotto la curva ultrà. Il Teramo deve tremare fino alla fine del campionato.

Piero Arcide

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