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11 settembre, giorno di commemorazioni

11 set 2008
L'esplosione
L'esplosione
Un minuto di silenzio alle 8.46: l’ora del primo impatto contro la torre nord del World Trade Center. Altre 3 pause di riflessione in concomitanza con il secondo schianto e gli attimi in cui l’edificio implose. Poi l’appello dei 3000 morti di 20 diverse nazionalità.
Una liturgia del dolore che si ripete da 7 anni a Ground Zero. Il ricordo dei parenti, la bandiera lacerata esposta come reliquia. Migliaia di persone hanno assistito alla cerimonia. Barack Obama e John McCain hanno interrotto la propria campagna elettorale – fatta anche di colpi bassi – per esserci. Del resto sarebbe stato assurdo il contrario. Al Pentagono il presidente Bush ha inaugurato il nuovo memoriale delle vittime dell’11 settembre.
Ricorrenza sempre sentita negli Stati Uniti. Ma a livello mondiale, non c’è più il pathos dei primi tempi; l’emozione, nell’opinione pubblica internazionale, ha lasciato il posto, gradualmente, alla riflessione. Al pensiero, ad esempio, di quelle persone – anche queste civili, anche queste innocenti – vittime dei cosiddetti danni collaterali dell’esportazione della democrazia a suon di bombe.
In Iraq oltre 90.000, secondo le stime più prudenti, in Aghanistan 1700 solo nel 2007. Nel frattempo Bin Laden resta un fantasma.
Si parla spesso, di questi tempi, di “reazioni sproporzionate”. Come definire allora la guerra al terrore post 11 settembre? E come giudicare quell’ultimo sondaggio secondo il quale – ad oggi – solo il 56% tra gli italiani indicherebbe al Qaeda come responsabile dell’attacco alle due Torri? Erano “tutti americani” dopo quell’11 settembre, ora non più. Ma queste cose, giustamente, non interessano chi – quel giorno – perse un proprio caro. Il dolore per la scomparsa di un familiare supera ogni cosa e merita assoluto rispetto. Anche San Marino fu ferita quel giorno: Stefano Giorgetti era al World Trade Center per un appuntamento di lavoro. Giovane, manager brillante, 2 bambini. Il segretario di Stato Stolfi ha oggi espresso la vicinanza della cittadinanza sammarinese e delle istituzioni ai famigliari di Stefano. “Rinnovo in questa dolorosa circostanza – ha poi continuato il segretario agli Esteri – il nostro impegno forte per la difesa dei diritti della persona e dei popoli, per il rispetto della tolleranza e la ricerca della comprensione e del dialogo”.

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