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Bufera giudiziaria su Fastweb e Telecom Sparkle, controllata da Telecom Italia

24 feb 2010
“Non c’è alcun coinvolgimento di Telecom Italia San Marino né di altre aziende sul territorio”. E’ questo il sintetico commento di Cesare Pisani, Direttore Esecutivo della compagnia sammarinese, controllata da Telecom Sparkle, coinvolta nell’inchiesta Broker. Posizione ribadita nel comunicato ufficiale della società, che rimarca la totale estraneità ai fatti correlati ai provvedimenti giudiziari. E’ assolutamente sereno il manager i Telecom Italia San Marino, che ricopre anche l’incarico di Presidente e Direttore Esecutivo di TMS. Le due società non hanno nulla a che fare con l’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Roma. Non solo. La nota precisa che già Telecom Italia si è dichiarata parte lesa e che la Sparkle aveva interrotto a scopo cautelativo i rapporti commerciali con i soggetti indagati. L’interesse degli inquirenti sembra soprattutto su un conto corrente, aperto a San Marino, nel quale sarebbero state depositate somme ingenti. Importante la collaborazione dell’AIF, l’Agenzia di Informazione Finanziaria, riconosciuta anche dal capo della DdA, Piero Grasso. Un’inchiesta che va da Hong Kong a Panama, da Singapore a Dubai passando per Stati Uniti, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Regno Unito e Romania, dove la cooperazione internazionale, i pedinamenti e le intercettazioni telefoniche sono state strumenti fondamentali per l'accertamento dei fatti. 56 le ordinanze di custodia cautelare emesse, in particolare a carico dei vertici di Fastweb e di Sparkle, controllata da Telecom Italia. Sequestrati 247 immobili, 133 auto e 5 imbarcazioni, quadri di valore, conti correnti e cassette di sicurezza, 58 quote societarie, 2 gioiellerie, beni localizzati all’estero. Un valore complessivo che supera i 400 milioni di euro. L’accusa è di riciclaggio, le fatture per operazioni inesistenti superano il miliardo e 800 milioni di euro. Intanto l’inchiesta si arricchisce di un altro nome importante: quello di Stefano Andrini, oggi Amministratore Delegato di Ama Servizi, che nella capitale si occupa della nettezza urbana. E’ accusato di aver partecipato alla truffa per comperare i voti della ‘ndrangheta in Germania.

Sergio Barducci

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