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Disturbi del comportamento alimentare in pericoloso aumento, l’esperto: i tre segnali da non sottovalutare

20 mar 2021
foto @TeleReggio
foto @TeleReggio

Anoressia e bulimia nervose, ingestioni incontrollate, fame emotiva ed altri squilibri nel rapporto quotidiano con il cibo. I disturbi del comportamento alimentare, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, registrano un aumento dei casi del 30% circa. Un’altra emergenza nell’emergenza sanitaria della pandemia che sta stravolgendo il mondo. Dai dati di un’indagine Survey diffusi dal ministero della Salute risulta infatti che nel primo semestre del 2020 sono stati rilevati 230.458 nuovi casi: nello stesso periodo dell’anno precedente erano stati 163.547.

Benedetta de Mattei ha intervistato il prof. Umberto Nizzoli – Presidente della Società Italiana per i Disturbi del Comportamento Alimentare – per capire quali sono i disturbi del comportamento alimentare più diffusi, quali sono le cause e come prevenirli.

Cosa sono i disturbi alimentari e quali sono i più diffusi? 

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e il proprio corpo. Ne esistono diverse forme ma i principali disturbi dell’alimentazione sono:

- Il Binge Eating Disorder (disturbo da alimentazione incontrollata), ha il tasso di diffusione maggiore. Determina normalmente un notevole aumento di peso poiché il soggetto perde il controllo sul cibo e ciò porta a conseguenze sul piano emotivo, fisico e metabolico importanti.

- L’anoressia nervosa è il disturbo più impressionante e noto da tempo, la prima diagnosi risale al 1650. Chi ne soffre rifiuta il cibo e si dedica all’attività fisica con intensità e continuità con una progressiva perdita di peso che può arrivare a gradi estremi. Ha un tasso di prevalenza molto inferiore rispetto al precedente ma è in assoluto la patologia mentale a più alto rischio di morte poiché l’eccessivo dimagrimento può compromettere seriamente la salute fino ad arrivare nei casi più gravi al decesso, inoltre si associa a volte al suicidio.

- La bulimia nervosa è caratterizzata, come nel binge eating, da grandi abbuffate alle quali però seguono condotte compensatorie come il vomito auto provocato, uso di lassativi e diuretici o attività eccessiva.

A questi tre che sono solo i più comuni se ne aggiungono poi tantissime altre forme più complesse o sfumate, che si associano però sempre a problemi di peso, cibo e immagine corporea. Ovviamente come qualsiasi altra patologia la severità di questi disturbi può variare da grado lieve, moderato, grave o gravissimo.


Quanto è diffuso il disturbo del comportamento alimentare e chi colpisce?

Dopo la depressione il DCA è il disturbo mentale più diffuso, ma se si considera oltre ai quadri citati anche l’obesità psicogena (si calcola che il 70% dei casi di obesità sia correlato a un problema nel rapporto con il cibo) rappresenta la patologia mentale più presente nel nostro Paese e nel mondo. In Italia nel complesso sono infatti circa 3 milioni le persone che soffrono di un disturbo alimentare, nei quadri di anoressia e bulimia la prevalenza è femminile anche se il fenomeno colpisce sempre più anche i maschi. Oggi vi è infatti una crescita esponenziale di questo problema tra il sesso maschile e in Italia il tasso di prevalenza, che fino a 15 anni fa era di 1 maschio ogni 10 femmine, oggi è di 1 ogni 7. E’ inoltre calata l'età media in cui iniziano a manifestarsi alterazioni nel rapporto con il cibo, al punto che si registrano casi anche al di sotto dei 10 anni, anche se l’età d’esordio del disturbo è compresa nella maggior parte dei casi tra i 12 e i 25 anni. Il Binge Eating è aumentato tantissimo mentre nella fascia d’età giovanile l’anoressia rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Sarebbe dunque importante che la prevenzione a tali disturbi iniziasse tra la prima media e la seconda superiore.


Quali sono le cause di questo disturbo?


Le malattie mentali non hanno quasi mai un’unica causa ma una concomitanza di fattori che possono variamente e diversamente interagire tra loro nel favorirne la comparsa. Bisogna innanzitutto distinguere tra le anoressie e le altre forme perché nelle prime generalmente si sviluppa un senso di onnipotenza e delirio dell’io, una ricerca ossessiva di perfezionismo, un atteggiamento giudicante e aggressivo nei confronti delle persone che si hanno intorno. Vi possono essere cause genetiche che favoriscono lo sviluppo dell’anoressia nervosa, storie che partono da una iper interpretazione di diete, altre dove la magrezza è intesa come il proprio ideale, ci sono poi delle sfide familiari o interpersonali dove la magrezza diventa il parametro di riferimento. Sono spesso forme di reazione ad esperienze sofferte in cui si sviluppa un accanimento per la perfezione. A volte questo disturbo è la conseguenza a storie di maltrattamenti e abusi a cui ci si ribella cercando di affermare in tal modo la propria forza.

Le altre forme di DCA a partire dalle anoressie che falliscono il proposito del digiuno e crollano nell’abbuffata e che poi si tramutano in bulimia; questo viraggio è per la persona una drammatica sconfitta. In questi casi ci si porta dunque dietro un senso di rabbia e fallimento, si è pieni di vergona e si nascondono i propri comportamenti sperando che non trapelino neanche con i propri congiunti. Così come con le bulimie ci sono persone umiliate, sommerse dai sensi di colpa, che perdono il controllo per poi disprezzarsi. Questi soggetti diventano poi inevitabilmente ansiosi ma all’occhio distratto appaiono curate poiché vivono mascherate, sepolte nei fallimenti e nella vergogna. Anche questi soggetti, in numero ancora maggiore rispetto a quelli anoressici, hanno delle storie di violenze subite nella propria vita.





A quali campanelli d’allarme dovrebbero prestare attenzione i genitori?

Intanto la premessa fondamentale è che bisognerebbe riuscire ad essere attenti con i propri figli, parlare dei loro problemi, non avere un atteggiamento superficiale o di chiusura ma di confidenza e fiducia. Se c’è apertura e dialogo si è maggiormente in grado di percepirne tempestivamente i sintomi, mentre è molto più difficile quando manca la comunicazione. E’ importante intercettare questi disturbi il prima possibile sia per limitare le conseguenze e la sofferenza al soggetto sia perché l’efficacia delle cure è molto maggiore. Dopo questa premessa vi sono tre segnali che bisogna osservare:

1. Eccessiva attenzione al cibo

2. Eccessiva attenzione alla propria immagine corporea

3. Eccessiva attenzione al peso

Se il proprio figlio o la propria figlia non è interessato solo ad uno di questi elementi, il che potrebbe anche andare bene, ma si interessa contemporaneamente a cibo, peso e immagine corporea è bene rivolgersi a uno specialista perché probabilmente si sta formando un disturbo dell’alimentazione. Si è ancora probabilmente agli albori e abbiamo tutti gli strumenti per curare e correggere il disturbo ma se si è distratti e non ci si rende conto del problema progressivamente si sviluppano i sintomi che man mano si cronicizzano diventando più difficili da trattare.


Che impatto ha avuto il covid su questi disturbi?

Il covid ha avuto un impatto pesante su questi disturbi per tante ragioni. Se si fotografa la situazione attuale rispetto a quella di un anno fa vi è un netto aumento delle malattie mentali e relazionali ed i soggetti più colpiti sono i giovani e le persone che già soffrivano di questi disturbi, oltre ai caregiver. I giovani di 15-20 anni sono quelli che pagano il prezzo più alto esattamente dove i disturbi alimentari hanno la massima incidenza quindi è facile capire che il danno causato alla popolazione sui disturbi correlati al Covid-19 nelle forme dei disturbi alimentari sono molto importanti. Tra gli effetti del lockdown su chi ha disturbi alimentari si manifesta inoltre un aumento di ansia, depressione ed autolesionismo a cui si aggiunge la preoccupazione per l’allentamento del contatto con i curanti.


Si può guarire?

Assolutamente si; se la diagnosi è precoce il tasso di guarigione è molto alto mentre quando è tardiva diventa più difficile. Tenga conto che per l’anoressia nervosa il rischio morte è davvero elevato ma se si fa una cura appropriata e quindi per forza di cose contemporaneamente nutrizionale e psicoterapica si può essere abbastanza fiduciosi. E’ chiaro che bisogna chiedere aiuto e seguire un percorso corretto, ed è molto importante rivolgersi alle persone giuste, correttamente formate come lo specialista dei disturbi dell’alimentazione.

Benedetta de Mattei





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