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La campagna di vaccinazione di San Marino finisce sul The Washington Post

L'articolo, a firma di Chico Harlan e Stefano Pitrelli, attraverso interviste a politici e cittadini, delinea un quadro di piena soddisfazione per il piano B intrapreso nel momento dell'emergenza

3 apr 2021
La campagna di vaccinazione di San Marino finisce sul The Washington Post

Con un lungo reportage il The Washington Post parla di San Marino e della sua campagna vaccinale. Il famoso giornale americano ripercorre le difficoltà relative all'approvvigionamento dei vaccini e la soluzione offerta dallo Sputnik V. Partendo dalla mancata fornitura da parte dell'Italia di quelle dosi che erano previste nell'accordo con il Titano, si ripercorrono le difficoltà che tutta Europa sta vivendo nel portare avanti una campagna vaccinale efficace a causa soprattutto della carenza di dosi, aggravata dagli stop al vaccino AstraZeneca.

L'articolo, a firma di Chico Harlan e Stefano Pitrelli, attraverso interviste a politici e cittadini, delinea un quadro di piena soddisfazione per il piano B intrapreso nel momento dell'emergenza, con le amministrazioni e i cittadini del circondario e promuovono la scelta del Titano che è riuscito a vaccinare il 27% della popolazione vaccinabile. “San Marino prevede ora di coprire la sua intera popolazione adulta di 29.000 persone entro la fine di maggio” - puntualizzano.




Sul fronte della geopolitica dei vaccini gli autori sottolineano infatti che San Marino sia il primo paese dell'ovest Europa ad utilizzare il vaccino di Mosca che, benchè sia già utilizzato in più di 50 paesi in tutto il mondo, gli altri sono più vicini alla sfera geografica della Russia. Intervistato l'ambasciatore Igor Pellicciari, consultato sull'accordo Sputnik V, ha detto che Mosca sta distribuendo il vaccino "come uno strumento di soft power", usando le esportazioni per espandere la sua influenza: "Come la vodka negli anni '70", ha concluso. San Marino viene definita un esempio di un approccio go-it-alone che ha sollevato implicazioni sia per la geopolitica che per le gelosie locali. Alcuni politici dicono che anche l'Italia dovrebbe prendere in considerazione i vaccini russi.

Ora anche l'Austria sta valutando un passo simile e Germania e Italia, hanno detto che sarebbero stati felici di utilizzare lo Sputnik V, ma con l'avvertenza che prima dovrebbe essere approvato dal regolatore dell'UE. Gli autori evidenziano che il Titano non abbia un ente regolatore interno e che la domanda sia stata approvata da un comitato di bioetica. Il Segretario Ciavatta, intervistato, parla anche delle altre opzioni che erano state prese in considerazione nel momento dell'emergenza: dal vaccino cinese a quello indiano, sui quali però dice, mancavano dati certi. Gli studi pubblicati su The Lancet erano invece incoraggianti e hanno orientato e scelte del governo. Agostino Ceccarini, sostiene che nessuno, tra le oltre 7.000 persone che l'hanno ricevuto si è ritrovato con una grave forma di covid-19 proteggendo così la popolazione anziana durante questa terza ondata.



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