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Latte Nestlè: gli esperti minimizzano sugli effetti nocivi

23 nov 2005
Si torna a parlare anche a San Marino del latte Nestlé per bambini rititrato ieri dai mercati italiani. Anche sul Titano era in vendita fino al 14 novembre. E proprio Hanno il 14 novembre scorso una coppia di sammarinesi ha acquistato in un negozio il latte della Nestlè e somministrato al loro bimbo di 22 mesi. Quel latte fa parte da tempo dell’alimentazione del loro figlioletto e prima che scattasse l’allarme generale il piccolo ne aveva già bevuti 250 millilitri. Si tratta del Mio con scadenza settembre 2006. Ora come tanti altri genitori che si trovano nella loro stessa situazione, sono preoccupati. L’acquisto, sfortunatamente, è stato effettuato proprio il giorno prima dei controlli a tappeto in tutta la Repubblica. Nessuno in quel momento, poteva sapere, che quel latte non era integro. Neppure il negoziante che anzi oggi si è offerto di sostituire le confezioni sospette, che la coppia ha ancora in casa. I controlli della Polizia Civile – che, lo ricordiamo hanno accertato l’assenza sul territorio di partite di latte sospetto - sono stati eseguiti a partire dal 15 novembre e quindi non possono essere validi, per il periodo pregresso. Per stare tranquilli la cosa migliore da fare è verificare direttamente i prodotti che si hanno in freezer o nella dispensa: non vanno consumati il 'Mio', il 'Mio cereali' e il 'Nidina 2' – con scadenza settembre 2006 – e neppure il 'Nidina 1' con scadenza maggio 2006. Ma per i bimbi che hanno bevuto quel latte quando non era scattato l’allarme quali sono le precauzioni da adottare? Scontata la versione della Nestlè, che minimizza. Ma minimizzano anche gli esperti, indipendenti, del mondo scientifico. Il contaminante itx non non avrebbe una tossicità pericolosa, tantomeno nelle dosi irrisorie, presenti nella confezioni di latte incriminate. Anche la pediatria di San Marino invita i genitori preoccupati a stare tranquilli.

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