Ad ottobre arriverà in Consiglio Grande e Generale l’assestamento di bilancio.
I toni del Governo sono trionfalistici: il pareggio sarebbe già stato raggiunto, addirittura con un piccolo avanzo, quindi tutto va bene e la strada virtuosa sarebbe stata già tracciata.
Approfittiamo dell’occasione per ricordare che il pareggio è stato raggiunto sostanzialmente grazie a tre misure: la prima è una misura straordinaria, il condono fiscale (che ha portato nelle casse pubbliche diversi milioni di euro, salvando gli evasori dalle sanzioni previste dalla legge); la seconda è il prepensionamento di una serie di dipendenti del settore pubblico allargato (che ha spostato semplicemente gli oneri dal bilancio al fondo pensioni); la terza è la drastica riduzione della spesa per investimenti pubblici (cosa molto grave, visto che va a pregiudicare lo sviluppo economico e le infrastrutture).
Non è poi così difficile generare un pareggio, agendo in questo modo, ma non intravediamo molti aspetti per cui esultare, visto che si tratta di scelte di corto respiro e non ripetibili nel tempo.
Il fondo pensioni, nel frattempo, è sempre più in sofferenza e a breve servirà una riforma che sicuramente andrà a pesare, come sempre, sui giovani.
Mancano politiche di sostegno alle fasce più giovani della popolazione, quelle che in base ai dati del Programma Economico hanno visto drasticamente crollate le opportunità di lavoro negli ultimi anni, e la liquidità dello Stato è ridotta sempre più al lumicino.
In questo quadro generale, siamo molto curiosi di vedere cosa conterrà l’assestamento di bilancio.
Speriamo davvero che il Governo non estragga dal cilindro una emissione di titoli di debito pubblico per fronteggiare le esigenze di spesa corrente e della liquidità. Questa è la voce che si rincorre da un po’, sostenuta pubblicamente da alcuni Segretari e da “autorevoli” economisti che mirano a deviare l’opinione pubblica e a minimizzare l’impatto del debito sul nostro piccolo Stato.
Tutti questi dimenticano, o fanno finta di farlo, che si tratterebbe di una scelta insostenibile per un Paese con un Pil così ridotto, così ballerino nel tempo e così dipendente da situazioni contingenti di mercato. Fare debiti nel nostro Paese è pericolosissimo, perché rischieremmo di perderne velocissimamente il controllo, pregiudicando l’esistenza stessa del nostro Stato.
Se il Governo si presenterà ad ottobre con questa intenzione, deve sapere che troverà un muro e una fortissima mobilitazione popolare.
Invitiamo intanto i cittadini a prestare la massima attenzione a queste scelte.
CITTADINANZA ATTIVA
I toni del Governo sono trionfalistici: il pareggio sarebbe già stato raggiunto, addirittura con un piccolo avanzo, quindi tutto va bene e la strada virtuosa sarebbe stata già tracciata.
Approfittiamo dell’occasione per ricordare che il pareggio è stato raggiunto sostanzialmente grazie a tre misure: la prima è una misura straordinaria, il condono fiscale (che ha portato nelle casse pubbliche diversi milioni di euro, salvando gli evasori dalle sanzioni previste dalla legge); la seconda è il prepensionamento di una serie di dipendenti del settore pubblico allargato (che ha spostato semplicemente gli oneri dal bilancio al fondo pensioni); la terza è la drastica riduzione della spesa per investimenti pubblici (cosa molto grave, visto che va a pregiudicare lo sviluppo economico e le infrastrutture).
Non è poi così difficile generare un pareggio, agendo in questo modo, ma non intravediamo molti aspetti per cui esultare, visto che si tratta di scelte di corto respiro e non ripetibili nel tempo.
Il fondo pensioni, nel frattempo, è sempre più in sofferenza e a breve servirà una riforma che sicuramente andrà a pesare, come sempre, sui giovani.
Mancano politiche di sostegno alle fasce più giovani della popolazione, quelle che in base ai dati del Programma Economico hanno visto drasticamente crollate le opportunità di lavoro negli ultimi anni, e la liquidità dello Stato è ridotta sempre più al lumicino.
In questo quadro generale, siamo molto curiosi di vedere cosa conterrà l’assestamento di bilancio.
Speriamo davvero che il Governo non estragga dal cilindro una emissione di titoli di debito pubblico per fronteggiare le esigenze di spesa corrente e della liquidità. Questa è la voce che si rincorre da un po’, sostenuta pubblicamente da alcuni Segretari e da “autorevoli” economisti che mirano a deviare l’opinione pubblica e a minimizzare l’impatto del debito sul nostro piccolo Stato.
Tutti questi dimenticano, o fanno finta di farlo, che si tratterebbe di una scelta insostenibile per un Paese con un Pil così ridotto, così ballerino nel tempo e così dipendente da situazioni contingenti di mercato. Fare debiti nel nostro Paese è pericolosissimo, perché rischieremmo di perderne velocissimamente il controllo, pregiudicando l’esistenza stessa del nostro Stato.
Se il Governo si presenterà ad ottobre con questa intenzione, deve sapere che troverà un muro e una fortissima mobilitazione popolare.
Invitiamo intanto i cittadini a prestare la massima attenzione a queste scelte.
CITTADINANZA ATTIVA
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