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Urbino: intervista con il poeta colombiano Federico Diaz Granados

27 giu 2016
Urbino: intervista con il poeta colombiano Federico Diaz Granados
E’ stata certamente per tutta la provincia di Pesaro e Urbino, una presenza non solo significativa da un punto culturale, ma anche un riferimento al mondo poetico internazionale, la figura del poeta colombiano Federico Diaz Granados per la presentazione del suo ultimo libro di poesie Le ore dimenticate (Las horas Olvidadas) (raffaelli editore), presso il Salone fi Palazzo Passionei, aperto eccezionalmente per questo evento culturale e sede della Fondazione Carlo e Marise Bo, con un patrimonio di 100.000 libri e diretta con grande intelligenza dalla professoressa Ursula Vogt. Sono intervenuti il prof.Roberto Danese, ordinario di Filologia classica all’Università di Urbino, il prof.Salvatore Ritrovato, docente di Letteratura moderna all’Università di Urbino e iil prof Gianni Darconza docente di letteratura spagnola e importante traduttore nonché giallista. Scriveva Carlo Bo: “Per ora la nostra è una conoscenza limitata, una conoscenza fatta di isole meravigliose, ma sempre isole nel mare sconfinato del pensiero’’. Granados è alla ricerca di queste isole, attraverso il significato della poesia, che è la sintesi totale della creazione umana, ciò che ci giustifica e ci concede un posto per stare nel mondo con dignità e bellezza. Ma chi è Dio per lei maestro Granados? “Io vedo Dio attraverso l’uomo, i suoi limiti ma anche attraverso le sue grandezze e il poeta non è un privilegiato o un prestigiatore, ma un artigiano, come si definisce il regista Ermanno Olmi, e il suo linguaggio come in quello del cinema, penso a Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, è una immensa corrispondenza con il mondo. Io ho avuto maestri come Pablo Neruda, ma poi mi sono creato un mio mondo. Come nel caso della poesia Notizia della fame: “Sono abitato dalla fame. E tutti me lo dicono. Non è la paura né il dubbio/appena un ritmo intatto che non tocca col suo sala la spiaggia. E’ la fame, forse un lieve testamento o questa insistenza a distruggere la casa e rinnovare la pietra in sogno….’’ La fame fisica o spirituale, maestro? “Nel mio paese è più la fame spirituale o morale che manca. Ed io mi voglio far portavoce di milioni di persone che vivono nell’anonimato
e di migliaia di desasparecidos. Nella mia poesia CANTO MINERALE così definisco l’anima ovvero la spiritualià dell’uomo contemporaneo: “ E se l’anima è di pietra perché questo minerale sogna il tuo corpo? E se l’anima è di pietra perché il dolore assume la forma di un lontano vulcano e salta nel vuoto del suo smottamento?’’. Il mondo di Granados, fatto di piccole cose , gesti e personaggi. Ne la poesia Ritorni, Granados, riuta il ritorno ma non nega il ricordo. “Non credo nei ritorni/ Però questo amaro cuore di case vecchie e strade rotte/Batte ad ogni ritorno senza gesti né cenni e sa che il mondo è un brutto posto in cui arrivare.’’ E’ l’insoddisfazione poetica di Granados e di una generazione di poeti sudamericani nati con lo spirito della ribellione ei rivoluzione, portata avanti nel cinema da Glauber Rocha e in Europa da Luis Bunuel .
Paolo Montanari

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