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Scavo archeologico Maiano: affiorano strutture romane

22 ago 2012
Scavo archeologico Maiano: affiorano strutture romane
I Musei di Stato della Repubblica di San Marino hanno in corso a Maiano (Borgo Maggiore) uno scavo archeologico che ha messo in luce strutture e scarichi di un impianto produttivo (fornaci) di età romana.
Nell’area, di un’estensione controllata di oltre 8.000 mq, venivano prodotti laterizi (mattoni, tegole, coppi, mattonelle pavimentali) e ceramica (anfore, brocche, coppette e bicchieri ) databile alla prima e media età imperiale (I-III secolo d.C.). Maiano, una zona oggi marginale, in età romana risultava quindi particolarmente adatta a queste produzioni, in quanto ricca di argilla, acqua e legname utilizzato come combustibile.
Talvolta alcuni esemplari di laterizi romani recavano un “marchio” e la distribuzione nel territorio di tali marchi consente oggi agli studiosi di ricostruire le aree di produzione e commercializzazione di tali prodotti. Nel territorio della Repubblica di San Marino sono assai frequenti i marchi di una famiglia, i Seii, diffusi anche a Rimini città e nel Riminese. La produzione laterizia nelle aree appenniniche della Regio Octava Aemilia (corrispondente all’incirca all’odierna Emilia Romagna) è stata oggetto di una giornata di studi, organizzata nel 2008 dai Musei di Stato, durante la quale è stata illustrata in particolare la situazione del Riminese e nel territorio della Repubblica di San Marino.
L’intervento in corso a Maiano sta evidenziando la presenza di esemplari marchiati da alcuni esponenti della famiglia Seia (Sesto Seio e Lucio Seio) ed il ritrovamento di tegole marchiate con evidenti errori di cottura e messe in opera nei resti di una fornace conforta che Maiano possa essere uno dei centri produttivi di tale famiglia. Le operazioni di scavo, che si concluderanno il prossimo 31 agosto, si concentrano ora sui resti della parte basale della fornace per laterizi, costruita con l’abbondante tegolame presente sul posto.
Lo scavo archeologico di Maiano è diretto dal prof. Gianluca Bottazzi ed eseguito dalla Sezione Archeologica dei Musei di Stato e dalla ditta Tecne s.r.l., con la partecipazione di due volontarie ed il supporto dell’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole e dell’A.A.S.P., che ha collaborato alle operazioni di allestimento cantiere.

Comunicato stampa

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