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Riforma tributaria: anche le categorie economiche chiedono equità

12 set 2013
Riforma tributaria: anche le categorie economiche chiedono equitàRiforma tributaria: anche le categorie economiche chiedono equità
Riforma tributaria: anche le categorie economiche chiedono equità - Non solo i sindacati insistono per ottenere equità da una riforma che, dicono, salassa solo le categ...
Non solo i sindacati insistono per ottenere equità da una riforma che, dicono, salassa solo le categorie che dichiarano redditi certi, senza intervenire là dove i redditi restano nascosti. Anche le stesse categorie economiche l'hanno chiesta a gran voce al segretario alle Finanze, nel giro di incontri per presentare il progetto di legge. “Pari reddito e pari aliquota – dice Mirko Dolcini, Osla – dalle nostre proiezioni gli autonomi hanno una imposizione superiore ai dipendenti, senza avere le loro detrazioni”. L'Osla è anche contraria all'introduzione degli scontrini fiscali che, ritiene, porterebbero solo maggiore burocrazia e costi. “Lo sappiamo che la riforma aumenta l'imposizione fiscale – sostiene Carlo Giorgi, Anis – lo Stato però ha bisogno di soldi: sul principio di equità siamo tutti d'accordo, a nostro giudizio in questo progetto c'è, dove manca abbiamo chiesto di intervenire”. Per l'Anis la riforma delle imposte dirette è solo uno dei tre pilastri per il rilancio, gli altri sono tagli decisi e l'Iva. "Gli obiettivi che si pone il progetto vanno nella giusta direzione – dice Pier Paolo Fabbri, Abs – alcuni aspetti però vanno assolutamente approfonditi, ci rivedremo presto”. “Ci è piaciuta la disponibilità del segretario di Stato – gli fa eco Stefania Lazzari, Assofin – e in ogni caso aspettiamo il testo definitivo prima di sollevare eventuali polemiche. Vengono introdotte nuove forme di prelievo, anche pesanti, al nostro settore, che ha sempre dato forse più di tutti, noi chiediamo che i prelievi siano sostenibili, senza arrivare alla decrescita”. Dopo i commercialisti, che hanno reso nota la propria contrarietà al progetto, si aggregano anche gli artigiani, che hanno anche inviato una lettera ai segretari di Stato e ai partiti per dire “no alle discriminazioni fiscali: tutti i cittadini sono uguali per diritti e doveri anche verso il fisco – scrivono – senza presunzioni di nessun tipo e tassazioni minime su redditi inesistenti”.

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