Se il colpo di Bologna ha acceso la lampadina, quello di Palermo ha detto di più. Il Cesena è in piena corsa per raggiungere una salvezza che fino a qualche settimana fa sembrava un discorso riservato a chi sul campionato aveva avuto un altro tipo di impatto. Dunque ci siamo, dopo aver premuto il tasto reset e cancellato le velleità giampaoline, dopo aver ritrovato l’anima che è poi anche la storia di questa squadra. Ha deciso il match un capolavoro di Adrian Mutu che si è esibito nella figura tecnica a lui meno congeniale, il colpo di testa, e ha confermato di essere quello al quale non piacciono i gol facili. E’ diventato, l’asso romeno, l’uomo in più di Daniele Arrigoni. Che lo ha rigenerato nello spirito, sul fatto che Mutu sappia giocare a calcio meglio non spendere parole inutili. Più forti dei cerotti, tutti rigorosamente al loro posto a fare le cose semplici. E’ questa la ricetta che ha trasformato il tremolante possesso palla dei primi due mesi di campionato in pericolose ripartenze. Da Palermo torna un Cesena strepitosamente vivo, che aspetta l’Inter senza l’aspetto del maiale sotto le feste.
r.c.
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