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Bomba day: genieri dell'Esercito sul posto. Faraone Responsabile Nazionale delle operazioni

"Personale altamente specializzato". In corso l'attività preliminare di bonifica dell'area

di Silvia Pelliccioni
30 gen 2024

I mezzi del Reggimento Genio Ferrovieri, reparto dell'Esercito italiano di stanza a Castel Maggiore alle porte di Bologna, hanno già raggiunto il cantiere di Serravalle B, in Strada Rancaglia. I militari stanno procedendo ad una bonifica preliminare dell'area. Lavoro preparatorio in vista dell'11 febbraio, prima cioè del definitivo disinnesco e la successiva rimozione dell'ordigno bellico. Tutta l'attività avviene sotto la tutela delle autorità sammarinesi che trovano nel Comandante della Gendarmeria Maurizio Faraone il Responsabile Nazionale per le operazioni di bonifica dell'ordigno, nominato dal Congresso di Stato con delibera del 25 gennaio. Coordinamento, dunque, affidato alla Gendarmeria, con la collaborazione della Protezione Civile e l'Istituto Sicurezza Sociale. “E' arrivato ieri il primo contingente dell'Esercito Italiano specializzato in questa attività - fa sapere il Colonnello Faraone - e un altro contingente anche più numeroso arriverà in prossimità del giorno in cui verrà effettuata la bonifica. Personale altamente specializzato con una competenza in materia che gli viene riconosciuta in Italia da una legislazione che vincola proprio a questa tipologia di professionalità militare l'intervento in occasione del rinvenimento di ordigni bellici. E quindi anche a San Marino è stato scelto di adottare questo tipo di procedura”.

Diffusa ieri l'ordinanza della Protezione Civile con tutte le disposizioni per l'evacuazione della popolazione entro un raggio di 352 metri dal punto di ritrovamento della bomba. Una complessa operazione di sgombero: quasi un migliaio i residenti coinvolti. Emesso inoltre da Enac per il D-day anche un NOTAM rafforzato, ovvero il divieto di volo per velivoli civili, e rafforzato proprio perché esteso anche ai droni. Nulla insomma viene lasciato al caso. Ma quali i profili di rischio per una operazione di questa portata? “Parliamo del disinnesco di un ordigno bellico del peso di 250 libbre - spiega Faraone - quindi i rischi sono quelli connessi a questo tipo di attività che comunque viene effettuata da personale militare italiano altamente specializzato secondo prassi e procedure consolidate e questo per noi è sicuramente una garanzia. Per quanto riguarda l'influenza sulla cittadinanza che viene in qualche modo toccata da questa attività (il rischio) è tanto più ridotto quanto la popolazione seguirà le indicazioni, le istruzioni che già uscite dalle autorità sammarinesi che sono proprio finalizzate ad assicurare che qualsiasi possa verificarsi comunque non tocchi la salute, l'integrità, la vita dei cittadini”.

Ordigno – lo ricordiamo - rinvenuto nel giugno 2023 mediante georadar: la scansione si rende infatti opportuna ogni qualvolta si aprano cantieri in zone considerate a rischio. E quella è storicamente una area soggetta a ritrovamenti. La bomba fu sganciata la mattina del 10 settembre 1944 dal 30° squadrone della DAF (Desert Air Force) britannica con al comando il Maggiore J.L.B. Viney, decollato dal campo di volo fi Pescara. Pensarono, erroneamente, di avere colpito l'obiettivo loro assegnato, ovvero la ferrovia Rimini – Novafeltria che passava accanto al fiume Marecchia; centrarono invece la ferrovia Rimini – San Marino nel tratto di Serravalle che costeggiava il torrente Ausa. Tragico il bilancio: 11 morti e 25 feriti, in gran parte sfollati riminesi.

Nel video l'intervista al Colonnello Maurizio Faraone, Comandante Corpo della Gendarmeria





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