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L'eredità ideale e culturale di Alberto, è un patrimonio da conservare e valorizzare

2 dic 2022
Nella Foto: Alberto Mino al tavolo della presidenza del 5° Congresso Confederale CSdL, 24-25 maggio 1969 (da archivio CSdL)
Nella Foto: Alberto Mino al tavolo della presidenza del 5° Congresso Confederale CSdL, 24-25 maggio 1969 (da archivio CSdL)

Il Segretario CSdL Enzo Merlini ha ricordato la sua figura e l'importante ruolo svolto all'interno della Confederazione del Lavoro e dell'intero movimento sindacale sammarinese, "sempre a fianco dei più deboli". Anche l'ex Segretario Giuliano Tamagnini è intervenuto, sottolineando il suo grande contributo alla causa del sindacato e del movimento progressista sammarinese

Una folla commossa si è ritrovata oggi pomeriggio nella Piazza del Ritrovo dei Lavoratori di Serravalle per partecipare ai funerali in forma civile di Alberto Mino, storico dirigente della CSdL e della FUPS, protagonista per decenni della vita sindacale e politica sammarinese. Numerose persone si sono strette intorno ai familiari per esprimere la loro vicinanza e per ricordare la figura di Alberto, che ci ha lasciato un grande patrimonio di esperienza e di valori civili e sociali. Dopo l'intervento di Giuseppe Morganti, che ha ricordato il suo impegno in campo politico, per la Confederazione del Lavoro ha preso la parola il Segretario Generale Enzo Merlini. "È stato commovente leggere le volontà scritte da Alberto qualche anno fa", ha esordito il Segretario CSdL. "Ha confermato fino all’ultimo una delle sue caratteristiche: non lasciare niente al caso. Non è affatto comune il voler predeterminare come e da chi si voglia essere salutati e ricordati. Così come non è affatto comune il voler lasciare ai posteri la memoria di quali siano state le proprie passioni.

Alberto ha evidentemente voluto richiamare tutti noi a non far mancare il proprio impegno civico, sia che questo si esplichi a livello politico che sindacale ma, aggiungerei, in qualunque contesto in cui si stia 'sempre a fianco dei più deboli', come lui stesso ha definito il suo operato. Raccontando le sue esperienze, le lotte ed i traguardi raggiunti dal movimento sindacale di cui è stato un fiero dirigente, ammoniva tutti a non dare nulla per acquisito, bensì ad essere preparati a respingere gli attacchi, che da più parti sarebbero arrivati, ai diritti conquistati con tanti sacrifici negli anni dello sviluppo economico e sociale. Lo diceva ben prima che scoppiassero le crisi economiche della fine degli anni 2000. Evidentemente, per lui era facilmente prevedibile che non sarebbero durati gli anni della San Marino 'in cui si stava tutti bene'.

Ho conosciuto Alberto in quegli anni e l’esperienza trasmessa da chi aveva già vissuto in tempi a dir poco difficili è servita per non demoralizzarsi, quando la crisi economica è effettivamente arrivata e, per alcuni anni, l’attività principale mia e dei compagni che si occupavano del settore privato, è stata quella di affrontare una enorme quantità di licenziamenti, lavoratori che non percepivano lo stipendio o dovevano accettare i contratti di solidarietà. Alberto ricordava in ogni occasione il valore dell’unità sindacale, anche quando questa non stava passando i suoi momenti migliori, non solo perché non voleva che si distruggesse ciò che lui, assieme ad altri, aveva costruito, ma anche perché riteneva che non bastasse essere convinti delle proprie idee ed intenzioni, ma che occorresse condividerle con il maggior numero di persone possibile. Ricordava anche, però, che sui principi e valori fondamentali della CSdL non si doveva transigere. Sembrano due concetti inconciliabili: eppure è riuscito a spingere tutti noi a cercare sempre di renderli compatibili. Non dimentico quando, in qualità di anziano saggio Segretario della Federazione Pensionati, passava nei vari uffici per cercare di smussare gli angoli delle divergenze che si manifestavano."

"Era molto deluso - ha sottolineato Enzo Merlini - dal degrado della politica che, dopo decenni di crescente benessere, non era più un interlocutore affidabile o, perlomeno, non come avrebbe voluto. Ma non si è mai rassegnato al fatto che non potessero tornare i tempi nei quali, nel rispetto dei reciproci, differenti ruoli, la sinistra ed il sindacato cercavano e trovavano spazi di collaborazione per la difesa e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone. Mi sarebbe piaciuto, ogni tanto, riaffrontare questo argomento con lui e con gli altri che hanno vissuto nei tempi in cui questo rapporto era proficuo, anche per avere qualche suggerimento su come indurre la politica a rispettare chi deve lavorare per vivere dignitosamente, ed a volte neppure ci riesce, e ad orientare la propria azione verso il bene collettivo. Purtroppo, la malattia non lo ha consentito. Faremo comunque del nostro meglio perché eredità ideali e culturali come quelle di Alberto non vengano disperse." Anche l'ex Segretario CSdL Giuliano Tamagnini è intervenuto, tracciando il suo commosso ricordo di Alberto, e sottolineando il suo grande contributo alla causa del sindacato e del movimento progressista sammarinese.

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