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Riforma pensionistica: secondo incontro, alcune considerazioni di Unione Consumatori Sammarinesi - UCS

21 lug 2021
Riforma pensionistica: secondo incontro, alcune considerazioni di Unione Consumatori Sammarinesi - UCS

Oggi si è tenuto il secondo incontro di luglio sulla riforma pensionistica, ma il quadro da affrontare è evidentemente più generale e non ci si può e non ci si deve muovere a compartimenti stagni. È vero che si deve far scollinare il Paese, ma se si vogliono chiedere ulteriori sacrifici alla cittadinanza, che in ogni caso non devono essere marcatamente peggiorativi, questi non possono avvenire pretendendo che quella stessa cittadinanza non esiga, come minimo nel quotidiano, la fruizione di servizi ottimali, celeri, semplici nell’utilizzo o la soluzione di altre problematiche contingenti, asserisce Francesca Busignani, Presidente Unione Consumatori Sammarinesi – UCS; benissimo parlare di riforme e massimi sistemi, ma poi bisogna bilanciarli nella vita reale per non innescare un recesso sistemico del potere di acquisto e quindi della sostenibilità dei propri cittadini. Prima di mettere mano alla riforma pensionistica, che probabilmente serve, iniziamo a fare pagare i contributi a quelle ditte che finora non li hanno versati e che danneggiano indirettamente anche quelle oneste che li pagano. Implementiamo le ditte sane che assumono a San Marino e che quindi, ampliando la base imponibile, concorrerebbero a rimettere in “bolla” il sistema. Verosimilmente, così facendo, si avrebbe una riforma meno recessiva di quella proposta dalla Segreteria competente. Da un lato è giusto pensare ad una riforma e questo UCS lo comprende, dall’altro però occorre creare un welfare-state che aiuti e sostenga i cittadini, quando si pensa di ridurre le risorse economiche acquisite o future degli stessi. Bisogna tenere inoltre in considerazione i cosiddetti consumi “incomprimibili”, vale a dire quei consumi che una famiglia, una persona, non può evitare a meno di non intaccare pesantemente le proprie condizioni di vita. Una riforma pensionistica non può quindi essere basata solo su un calcolo ragionieristico di proiezioni di numeri, soprattutto se i numeri da cui si parte per fare le proiezioni di sostenibilità del sistema e quindi attuare gli eventuali tagli o gli innalzamenti della soglia pensionistica, non sono scorporati da quelli per le pensioni sociali o ad esempio dal non versato di alcune ditte inadempienti o da chi ha avuto sgravi e quindi i contributi sono solo figurativi. Una pensione è molto più di un calcolo, la pensione per chi ha lavorato duramente, deve essere quel tramite per poter godere dei propri sacrifici e non per continuare a farne altri. Come già citato in altre assise, non si possono far subire ai cittadini, che sono poi consumatori, scelte forse giustificate dai numeri, ma non dalla necessità di far sentire i sammarinesi al sicuro, pure in un momento così difficile. La riforma delle pensioni deve essere un progetto che tutela i diritti al pari dei doveri; in sintesi bisogna impegnarsi nell’evoluzione a sostegno e non arrendersi all’involuzione sociale che diminuisce il tenore di vita della persona. Una società veramente prospera è una società in cui tutti vivono bene, ed è per questo che auspichiamo, così come ci ha detto il Segretario alla Sanità oggi, che ci sia un confronto congruo, approfondito e nei giusti tempi, che porti ad una riforma condivisa, equa e in sinergia con gli altri asset prioritari del Paese in un’ottica di rilancio e non recessiva dell’intero sistema. 
Cs Unione Consumatori Sammarinesi - UCS


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