Nella seduta consiliare di ieri è stato ratificato il decreto delegato n.127 del 31 ottobre 2017 “Prevenzione della disabilita", salute e riabilitazione delle persone con disabilita "sostegno alla persona con disabilita’ e al nucleo familiare”, come disposto dall'art. 23 della Legge Quadro, n.28/2015 per l'Assistenza, l'inclusione sociale e i diritti delle persone con disabilità e secondo i principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Un testo che in questi mesi, dopo la sua emanazione, è stato confrontato largamente con i servizi interessati, le organizzazioni sindacali, le associazioni che si occupano di disabilità e i gruppi consiliari. La Segreteria per la Sanità ha ripreso il testo cercando di conservare l’impostazione e i contenuti e tenendo conto di modifiche condivise a seguito degli incontri.
Il decreto impegna il sistema sanitario a promuovere un’organizzazione organica ed
efficiente per la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura e la riabilitazione delle persone con disabilità, e a rendere l’accesso ai servizi funzionale e coordinato, prefigurando un sistema di tutela estremamente organico, diffuso e coerente con i sistemi più avanzati. Tutti gli interventi di supporto economico previsti dal decreto saranno modulati sulla base della norma che regolamenterà l’introduzione e la gestione dell’indicatore della situazione economica delle famiglie che verrà introdotto con Decreto Delegato al più presto.
Il decreto segna uno storico cambio di paradigma della disabilità da un approccio bio-medico ad un modello bio-psico- sociale che rappresenta uno dei più importanti principi della Convenzione ONU proprio perchè consente di conoscere la persona con disabilità nella sua interezza ponendo sullo stesso piano sia gli aspetti riguardanti la salute della persona, coerentemente con un modello medico, che gli aspetti di partecipazione sociale, coerentemente con un modello cosiddetto sociale cioè più orientato all’inclusione sociale, ponendo tutto in relazione con i fattori ambientali.
Tra gli aspetti centrali del decreto l’organizzazione dell’area disabilità (art. 10) che pone come priorità una riforma e riorganizzazione di tutte le aree dei servizi che oggi si occupano di disabilità. Per la prima volta viene affrontato il delicato tema del dopo di noi e della Vita indipendente in alternativa all’assistenza e all’istituzionalizzazione.
Si è inoltre voluto ridare ordine e organicità alle disposizioni che regolamentano l’accesso ai permessi retribuiti. L’emendamento presentato dalla maggioranza ripristina il principio che lega il diritto del permesso alla sola condizione della presenza nel nucleo famigliare di un soggetto con grave handicap permanente o temporaneo.
Infine si è voluto affrontare in questo decreto la norma sul “congedo parentale lungo” in caso d’insorgenza di una patologia gravissima e di necessità di assistenza prolungata per un figlio minore di 14 anni, introducendo la possibilità di richiedere, da parte di uno dei due genitori, di un periodo di aspettativa della durata massima complessiva di 2 anni, anche frazionabile a mesi.
L’obiettivo generale di tutto il decreto, e l’intento della Segreteria di Stato per la Sanità, è quello di promuovere, proteggere ed assicurare il pieno ed eguale godimento dei diritti di tutte le persone con disabilità e rimuovere gli ostacoli che impediscono la loro piena partecipazione alla vita del contesto sociale e territoriale di cui fanno parte.
La legge quadro che ha avviato la sua attuazione con il decreto sull’inclusione scolastica, l’istituzione dell’amministrazione di sostegno, con questo decreto fa un’ulteriore passo avanti e il cammino prosegue con la norma sull’inclusione lavorativa già in fase di avanzata elaborazione.
Il decreto impegna il sistema sanitario a promuovere un’organizzazione organica ed
efficiente per la prevenzione, la diagnosi precoce, la cura e la riabilitazione delle persone con disabilità, e a rendere l’accesso ai servizi funzionale e coordinato, prefigurando un sistema di tutela estremamente organico, diffuso e coerente con i sistemi più avanzati. Tutti gli interventi di supporto economico previsti dal decreto saranno modulati sulla base della norma che regolamenterà l’introduzione e la gestione dell’indicatore della situazione economica delle famiglie che verrà introdotto con Decreto Delegato al più presto.
Il decreto segna uno storico cambio di paradigma della disabilità da un approccio bio-medico ad un modello bio-psico- sociale che rappresenta uno dei più importanti principi della Convenzione ONU proprio perchè consente di conoscere la persona con disabilità nella sua interezza ponendo sullo stesso piano sia gli aspetti riguardanti la salute della persona, coerentemente con un modello medico, che gli aspetti di partecipazione sociale, coerentemente con un modello cosiddetto sociale cioè più orientato all’inclusione sociale, ponendo tutto in relazione con i fattori ambientali.
Tra gli aspetti centrali del decreto l’organizzazione dell’area disabilità (art. 10) che pone come priorità una riforma e riorganizzazione di tutte le aree dei servizi che oggi si occupano di disabilità. Per la prima volta viene affrontato il delicato tema del dopo di noi e della Vita indipendente in alternativa all’assistenza e all’istituzionalizzazione.
Si è inoltre voluto ridare ordine e organicità alle disposizioni che regolamentano l’accesso ai permessi retribuiti. L’emendamento presentato dalla maggioranza ripristina il principio che lega il diritto del permesso alla sola condizione della presenza nel nucleo famigliare di un soggetto con grave handicap permanente o temporaneo.
Infine si è voluto affrontare in questo decreto la norma sul “congedo parentale lungo” in caso d’insorgenza di una patologia gravissima e di necessità di assistenza prolungata per un figlio minore di 14 anni, introducendo la possibilità di richiedere, da parte di uno dei due genitori, di un periodo di aspettativa della durata massima complessiva di 2 anni, anche frazionabile a mesi.
L’obiettivo generale di tutto il decreto, e l’intento della Segreteria di Stato per la Sanità, è quello di promuovere, proteggere ed assicurare il pieno ed eguale godimento dei diritti di tutte le persone con disabilità e rimuovere gli ostacoli che impediscono la loro piena partecipazione alla vita del contesto sociale e territoriale di cui fanno parte.
La legge quadro che ha avviato la sua attuazione con il decreto sull’inclusione scolastica, l’istituzione dell’amministrazione di sostegno, con questo decreto fa un’ulteriore passo avanti e il cammino prosegue con la norma sull’inclusione lavorativa già in fase di avanzata elaborazione.
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