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"Settimana corta" a scuola: quasi 1700 firme sulla petizione

6 giu 2017
Scuola Secondaria Superiore"Settimana corta" a scuola: quasi 1700 firme sulla petizione
"Settimana corta" a scuola: quasi 1700 firme sulla petizione - Consegnata in Segreteria Istituzionale dal Comitato Promotore, perché le forze consiliari possano co...
1662 firme alla petizione, lanciata online ad aprile dal comitato promotore – sono genitori, ma anche insegnanti – per meglio spiegare il perché di una scelta: “Alla base, il desiderio di riappropriarsi di spazi e tempi di condivisione familiare, altrimenti limitati rispetto al tempo dedicato dai ragazzi alla scuola e dai genitori al lavoro. Ancora, un miglior bilanciamento tra l'ambito dello studio e quello invece dedicato al riposo, al tempo libero o alle proprie passioni.
Esigenza delle famiglie, ma anche diritto per i bambini: “unica categoria di lavoratori – scrivono – impegnata sei giorni su sette”. Ricordano come in molti paesi d'Europa la settimana corta sia da tempo una realtà, consapevoli che il cambiamento proposto debba essere accompagnato da una riorganizzazione nell'orario, nella distribuzione delle materie, nella stessa didattica. Rispondono alle polemiche: “Povere argomentazioni – scrivono – quelle di chi paventa riduzioni di personale o problemi nella gestione delle mense o dei trasporti”. Specificano, infine, la natura della petizione, depositata in segreteria istituzionale: “uno sprone – dicono - perché tutte le forze consiliari possano partecipare alla riflessione, verso una valutazione non pregiudiziale”. La proposta, nata da una istanza d'arengo poi bocciata, ha già prodotto in Aula un ordine del giorno, approvato a maggioranza, che impegnava il Governo ad avviare un ricognizione e a riferire entro il 30 giugno. In questa direzione, il Segretario all'Istruzione Marco Podeschi ha già preso contatto con il Presidente della Commissione consiliare competente, per mettere il tema in agenda. “Un argomento – specifica Podeschi – che non è comunque ascrivibile all'anno scolastico 2017–2018. Ci sono fattori molteplici da considerare – aggiunge – fermo restando l'autonomia della scuola e degli organismi coinvolti in materia di istruzione”.

AS

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