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Le banche sammarinesi non ci stanno

3 nov 2010
Le banche sammarinesi non ci stanno
Le banche sammarinesi non ci stanno
Non ci stanno le banche sammarinesi ad essere indicate come la causa di tutti i mali della tempesta che sta attraversando alcuni istituti di credito che operano nel vicino territorio della romagna.
Secondo alcune interpretazioni i commissariamenti decisi da Bankitalia, che hanno interessato quattro banche romagnole, sarebbero da ricollegare proprio al rapporto con la finanza del Titano. Ma ad un’esame approfondito le cose non stanno affatto così. Non ha relazioni oltre confine la Banca di Rimini, che ha attraversato la sua bufera in ragione di vicende assolutamente interne. I più attenti ritengono che anche l’azione su Cassa di Risparmio di Rimini parta da questioni ben diverse dalla partecipazione nel Credito Industriale Sammarinese. Insomma sulla cima del monte si guarda più agli effetti devastanti di un clima che mette in cattiva luce il sistema piuttosto che alle congetture sui presunti intrecci non graditi. “E’ San Marino – afferma il presidente della Associazione Bancaria, Pier Paolo Fabbri – a subire una morsa asfissiante e a nostro giudizio immotivata”. Lo scudo fiscale ha drenato liquidità importanti e sommato alla crisi economica ha prodotto un calo significativo nella raccolta. Ma questa è un’altra cosa. “Noi francamente - dichiara il Presidente di Abs - non ci sentiamo di dover espiare alcuna colpa. Abbiamo sempre lavorato con correttezza - aggiunge - nel rispetto delle leggi, seguendo la loro costante evoluzione, con grande sforzo e impegno, nella volontà di fare al meglio il nostro mestiere. Forse - conclude Fabbri - sarebbe meglio aggiustare il tiro degli obiettivi che l’Italia intende perseguire, con la nostra ampia disponibilità a collaborare, come abbiamo sempre fatto”.

Sergio Barducci

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