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Bossone (ABS): “San Marino sui mercati, rispondendo al debito con seri impegni di riforma”

Debito, interno o estero? Il Presidente dell'Associazione Bancaria Sammarinese, Biagio Bossone, risponde all'interrogativo. Partendo dall'intervento del Segretario Csdl, Enzo Merlini sul tema, articola l'analisi e lancia la traiettoria per San Marino

di Annamaria Sirotti
28 set 2022

“Non condivido l'idea che il ricorso al mercato interno avrebbe protetto lo Stato da tassi di interessi crescenti” - dice Biagio Bossone di Associazione Bancaria Sammarinese in un comunicato. I tassi crescono – spiega - perché le scelte delle banche centrali e le condizioni di domanda e offerta sui mercati dei capitali scontano rischi e livelli di inflazione aumentati da quando i tassi erano prossimi allo zero”. Si chiede perché “risparmiatori e investitori dovrebbero prestare soldi allo Stato a un tasso inferiore e che non rifletta rischi e prezzi più elevati”. Finirebbero – dice – con l'indirizzare denari ad attività che rendono di più, cosicché lo Stato non riuscirebbe a finanziarsi, se non allineando il prezzo del suo debito a nuove condizioni”.

Anche “il prezzo degli strumenti finanziari è bene si formi su mercati ampi e concorrenziali – rileva - dove i prezzi risentono delle valutazioni di operatori specializzati”. Senza quelle valutazioni, in un mercato chiuso, quel prezzo sarebbe determinato o da uno Stato troppo forte, penalizzando i risparmiatori, o da un gruppo ristretto di operatori influenti, penalizzando lo Stato. Respinge poi l'ipotesi di un mercato interno che implicasse la scelta di chiudere il mercato dei capitali sammarinesi, consentendo allo Stato di raccogliere forzosamente il risparmio locale a un costo inferiore, vedendovi una forma di “espropriazione – dice che indebolirebbe l'economia e limiterebbe il sistema bancario rispetto alla concessione di prestiti a famiglie e imprese”.

Da qui la traiettoria per San Marino, nell'obiettivo di una “politica economica volta a mantenere basso e stabile il debito”. Contempla situazioni nelle quali diviene opportuno che lo Stato “intervenga con spesa finanziata in deficit, tanto per sostenere l'economia in sofferenza, quanto per permette investimenti”. Ma pone il distinguo: “dal primo tipo di indebitamento lo Stato deve rientrare al più presto; nel caso di debito per finanziare investimenti, deve invece auto-ripagarsi con il gettito prodotto dalle opere realizzate o con la fiscalità che quegli investimenti hanno contribuito ad accrescere”. Indirizzo per San Marino: quello di puntare a presentarsi ai mercato con un programma che mostri che al debito facciano riscontro seri impegni di riforma: digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, modernizzazione della macchina statale, rilancio del sistema finanziario, apertura ai capitali esteri, riduzione di livelli di welfare – dice - ormai non più sostenibili.





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