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Il business dei rifiuti

7 set 2009
Il business dei rifiuti
Il business dei rifiuti
Non sembra azzardato parlare di “Gomorra del Nord” in Emilia Romagna, almeno stando ai dati pubblicati da legambiente nel Rapporto Ecomafia 2009. Ne emerge un quadro a tinte fosche, caratterizzato da una rete di affari sporchi – è proprio il caso di dirlo – tra camorristi, colletti bianchi, uomini “d’onore” e imprenditori locali. 196 le infrazioni accertate lo scorso anno dalle forze dell’ordine nella gestione del ciclo dei rifiuti; 217 le persone denunciate, 112 i provvedimenti di sequestro. Gli effetti sulla salute di tutti noi di questo smaltimento illecito di rifiuti, spesso altamente tossici, potrebbero essere devastanti. E non sono mancati neppure appalti pubblici abusivi, in puro stile campano e calabrese: 217 nel 2008. Nel rapporto si parla dell’Emilia Romagna come di “una regione particolarmente interessata da imponenti traffici illeciti di rifiuti industriali, escavazioni abusive lungo i corsi d’acqua e da un pullulare di attività edilizie in mano a ditte riconducibili a clan della criminalità organizzata, che servono ad accumulare e riciclare denaro”. Anche San Marino è citata nel report di Legambiente, ma in quello del 2008, nel quale si parlava di 313 tonnellate di rifiuti speciali, provenienti dal Titano, e 2 persone italiane denunciate all’autorità giudiziaria. E’ un business redditizio e relativamente poco “esposto” quello dello smaltimento dei rifiuti, ma questo non significa l’abbandono della gestione del gioco d’azzardo e del traffico di stupefacenti. Secondo la Dia non solo la camorra, anche la N’Drangheta sarebbe presente in modo massiccio in tutta la Regione e in particolare nel riminese, dove operano cellule di cosche crotonesi e reggine.

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