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La Francia multa Google per non aver rispettato la disposizione europea sul diritto all'oblìo

28 mar 2016
Francia sfida google e vinceLa Francia multa Google per non aver rispettato la disposizione europea sul diritto all'oblio
La Francia multa Google per non aver rispettato la disposizione europea sul diritto all'oblio - La Commissione francese per l'Informatica ha comminato a Google una multa per 100 mila euro stabilen...
Dove si ferma, geograficamente, il diritto all'oblìo, la possibilità cioè di una persona di vedere riconosciuto la sua aspirazione ad essere dimenticato quando il fatto che lo riguarda non sia più di attualità e di interesse pubblico. Quali sono i confini entro i quali esercitare questo diritto. Con la sentenza emessa contro Google, multato per una somma di 100 mila euro, la Francia ritiene non ce ne siano e che tale principio debba essere applicato in tutto il mondo. Non la pensa così il colosso americano del web, che ha già annunciato ricorso avverso la sentenza della Commissione Nazionale per l'Informatica e la Libertà. Per Google, la decisione della Corte di Giustizia Europea del maggio scorso, ha valore solo ed esclusivamente sul territorio europeo e non su tutti i domini. La decisione di ieri allarga invece la giurisdizione e quindi il diritto a veder rimuovere i link da parte dei richiedenti, a livello globale. “La soluzione nel far variare il rispetto dei diritti individuali in funzione dell'origine geografica di chi consulta il sito – afferma la Commissione - non consente agli individui di godere del diritto”. Pronta la replica di Google che si dice in disaccordo con l'idea che la Commissione francese abbia l'autorità di controllare i contenuti a cui possono accedere le persone al di fuori della Francia. “Appelleremo questa decisione”, ha affermato un portavoce. E questo è il nocciolo della questione, sulla quale si è innescato un braccio di ferro tra l'Unione Europea e il grande motore di ricerca: il diritto a veder cancellati dai motori di ricerca di Google quei link considerati “non adeguati o non più pertinenti”. Nel dicembre scorso, una sentenza del Tribunale di Roma, ha riconosciuto i principi della Corte di Giustizia, mettendo però l'accento su quelle notizie che coinvolgono chi ha un ruolo pubblico, come politici, alti funzionari e uomini d'affari, sollecitando la riflessione sul bilanciamento tra diritto alla riservatezza e l'interesse pubblico.
A quasi due anni dalla sentenza della Corte Europea, Google ha rimosso oltre 440mila link. Dagli europei sono arrivate 348mila richieste, delle quali 26mila da italiani.

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