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Istanze d'Arengo: 266 cittadini chiedono supporto agli ex correntisti di Banca Cis

Lanciano un grido d'aiuto alla politica: non potranno disporre dei propri risparmi per i prossimi 10 anni. Le obbligazioni sono state convertite in Titoli di Stato che "non hanno riscosso alcun interesse ad essere acquistati"

di Monica Fabbri
3 ott 2022

266 i cittadini sammarinesi che hanno sottoscritto l'istanza d'Arengo per la revisione delle norme che hanno convertito in Titoli di Stato i risparmi degli ex correntisti di Banca Cis. Le firme sono state raccolte in soli 4 giorni. Le scelte operate a luglio dal Governo – avverte il Comitato – oltre a danneggiare gravemente i diretti interessati, congelando per 10 anni risparmi di una vita, impatteranno fortemente sulla credibilità ed affidabilità del sistema bancario e finanziario sammarinese, a danno di tutti. Dopo la risoluzione del Cis, le somme sui conti correnti sono state convertite in obbligazioni BNS e in coincidenza con la scadenza del primo prestito obbligazionario, il 22 luglio scorso, sono state trasformate in Titoli di Stato con scadenza al 21 luglio del 2032, con tasso di rendimento annuale dell'1%. Coloro che quindi hanno pazientemente atteso per tre anni di poter rientrare in possesso dei propri risparmi confidando nella garanzia che lo Stato aveva offerto ai cittadini – si legge – hanno visto frustrate le loro aspettative. Per molti di loro non poter disporre dei propri risparmi per i prossimi 10 anni significa distruggere sogni, progetti e possibilità di investimento per sé e i loro figli. Si sottolinea poi come il tasso di interesse riconosciuto non sia in grado di compensare in alcun modo i gravissimi disagi imposti ai risparmiatori, incolpevoli del dissesto della banca. E i Titoli di Stato emessi, pur scambiabili sul mercato secondario, in realtà – rimarca l'istanza – non hanno riscosso alcun interesse ad essere acquistati né all'interno, né all'esterno, né tantomeno dal sistema bancario sammarinese. È un grido d'aiuto alle forze politiche, nella speranza che venga “abbattuto il muro di silenzio sulla vicenda”, aprendo ad un confronto costruttivo. Si chiedono, in definitiva, soluzioni maggiormente rispettose degli interessi dei risparmiatori, con percorsi di liquidazione adeguati anche se progressivi.





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