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Rimini scrive a Monti: valorizzare turismo e patrimonio storico culturale

30 lug 2012
Rimini scrive a Monti: valorizzare turismo e patrimonio storico culturale
Rimini scrive a Monti: valorizzare turismo e patrimonio storico culturale
Il Presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali e l'assessore al turismo Fabio Galli hanno scritto al premier Mario Monti per chiedere la valorizzazione del Turismo e del patrimonio storico culturale, una tra le 11 priorità individuate dall'Unione Europea per i programmi d'intervento 2014-2020. "Un'assenza - dicono - che penalizza fortemente l'Italia e soprattutto il comparto turistico". Per Vitali e Galli "la spinosa questione prende il via da una scelta in linea di principio anche condivisibile: individuare, rispetto al passato, un numero limitato di priorità tematiche su cui concentrare gli obiettivi (e le risorse) della politica di coesione europea. E, sulla base di tali obiettivi, stabilire un sistema a cascata per cui ciascun Fondo ne fa proprie un numero limitato oppure individua le 'intensita'' di finanziamento differenziate tra le stesse. Chiari i propositi: non disperdere le risorse in obiettivi e azioni non prioritarie. Il problema nasce allorché tra le 11 priorità individuate, non vi è traccia e non si fa cenno da alcuna parte di un comparto produttivo che tutti - a parole - concordano nel ritenere tra i più interessanti e lungimiranti in termini di sviluppo economico: il turismo. Proprio mentre il Turismo è entrato finalmente nella nuova costituzione europea, si rischia l'annullamento di tutte le possibilità di occuparsene in maniera seria, cioé con strumenti finanziari adeguati. E' una logica che soprattutto l'Italia, ma più in generale l'area mediterranea, non può accettare, perché è evidente che quello dell'Europa è oramai l'unico treno che l'Italia possa prendere in corsa per dare gambe e speranza a una delle sue industrie principali, ora drammaticamente alle prese con un pauroso vuoto di prospettive". "Quello dell'inserimento del Turismo tra le priorità di intervento dell'Unione Europea tra il 2014 e il 2020 - scrivono Vitali e Galli - diventa, in tal senso, non tanto e non solo un punto di orgoglio e d'onore (e basterebbe e avanzerebbe), ma una delle poche scialuppe a disposizione per non annegare in un tramonto altrimenti probabile".

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