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Verso la Giornata della Memoria: espatriare per salvarsi, oggi come allora

Un parallelo tra la persecuzione degli ebrei e il fenomeno migratorio di oggi, nella conferenza a cura dell'Università di San Marino e Scuola Superiore

di Silvia Pelliccioni
25 gen 2024

Dall'odissea di una famiglia ebraica a chi scappa da fame, guerra e povertà ai nostri giorni. Vite sconvolte spesso dalla disumanità, nel focus proposto agli studenti della Scuola Superiore. Si parte dalle vicende dei Sinigaglia di Bologna, i coniugi Lina e Attilio e i figli Elena e Giorgio, documentate nel libro, “E' presa la decisione di espatriare”: una famiglia italiana come tante, ma di religione ebraica, che negli Anni '30 diventò una colpa. Dall'emanazione delle leggi razziali, “che nel '38 si abbattono come una tempesta sugli ebrei”, al '43 con l'emarginazione e privazione dei diritti, si arriva poi alla vera e propria persecuzione fascista, che portò i Sinigaglia ad espatriare cercando rifugio, clandestinamente, nella neutrale Svizzera. Una famiglia intera che si salva solo perché qualcuno, forse mosso da pietà, ha detto sì, ha concesso loro di entrare in territorio elvetico nonostante i divieti (cosa per esempio non accaduta alla famiglia della senatrice Liliana Segre, poi deportata). Salvi ma separati: tutt'altro che facile la vita nei campi di concentramento svizzeri per profughi, eppure fortunati.

L'autrice Francesca Panozzo, attraverso dati archivistici e materiale iconografico, compie un'opera di ricostruzione che racconta una storia a lieto fine, fatti lontani ma che aiutano a capire il presente. Atti persecutori che spesso si accompagnano all'indifferenza. Di qui la necessità che i giovani traggano insegnamento dalla storia

In parallelo, dunque, passato e presente. Un presente che richiama l'imponente flusso migratorio sulle rotte del Mediterraneo, storie di profughi, rifugiati e protezione umanitaria, come spiega Patrizia Di Luca.

Nel video l'intervista a Francesca Panozzo, Responsabile educativa del Museo Ebraico Bologna e a Patrizia Di Luca, Responsabile Centro di ricerca sull'emigrazione – UNIRSM. 






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