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Eurolega, Milano nella tana dell'Efes per la continuità e contro la cabala

29 nov 2017
Curtis Jerrells (ph eurosport.it)
Curtis Jerrells (ph eurosport.it)
L'onorevole sconfitta con la capolista Olympiacos – o la clamorosa vittoria sfumata all'ultimo, che dir si voglia – ha confermato quanto visto in avvio di stagione: se Milano scende in campo svagata può perdere malamente con tutti, se è sul pezzo però sa mettere in difficoltà anche le corazzate. Un bipolarismo che relega l'Olimpia al terzultimo posto, a braccetto con la decadente Valencia e con Malaga. Sotto ci sono solo – con un successo in meno – la Stella Rossa e il prossimo avversario di Milano, l'Efes.

Si gioca al Sinan Erdem Dome, davanti a un pubblico che, statistiche alla mano, è il terzo meno corposo dell'Eurolega. Nella sua storia l'Olimpia non si è mai imposta in casa dei blu, ma nei quattro match europei sin qui disputati nemmeno l'Efes ha mai vinto in casa propria: una delle due strisce negative sta per concludersi e per i rossi di Pianigiani l'occasione è ghiotta. Perché Milano sin qui è spesso uscita alla distanza e proprio la distanza è il tallone d'Achille dei turchi, che di solito partono forte per poi spegnersi all'improvviso.

Il loro roster, se si va a vedere i singoli, non è male. Il grosso del gioco passa dal lavoro sotto plancia dei centri Stimac e Dunston: il serbo è terzo come valutazione media e quarto – dietro al milanese Tarczewski – nei rimbalzi, l'americano d'Armenia invece il migliore nelle stoppate ed è letale nel tiro da due. A loro si aggiungono McCollum, guardia da 14 punti di media, e l'ex Olimpia Simon, efficace sul Bosforo quanto lo era al Forum. Dalla sua Milano si gode la vena del già citato Tarczekwski, di Gudaitis, di Theodore e del figliol prodigo Jerrells: contro l'Olympiacos ha stentato, il suo ritorno però ha dato la scossa e portato ai successi con Valencia e Bamberg, nei quali è stato tra i migliori.

RM

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