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Vaccini: Libera e Repubblica Futura puntano il dito contro il Segretario Ciavatta

Entrambe le forze di Opposizione, fra le altre cose, chiedono di conoscere i contenuti dell'accordo di approvvigionamento e date certe di inizio della campagna vaccinale

14 gen 2021
Sedi Libera e Repubblica Futura
Sedi Libera e Repubblica Futura

Chiarezza, trasparenza. Le invoca Libera, che in un duro comunicato punta il dito contro Roberto Ciavatta chiedendo – dopo gli annunci – risultati, sul programma di immunizzazione. “Non sappiamo, concretamente, ancora quando e di quale vaccino si tratti – recita la nota -, magari quello di Moderna, ancora mai usato in Italia, ma arriveranno 450 dosi”. Quantitativo sufficiente per garantire solo una parte del personale ISS, tuona Libera; che sollecita risposte sull'organizzazione, la logistica, l'esistenza stessa di un piano vaccinale. E poi stoccate sulla vicenda delle dimissioni da responsabile dell'Authority di Gabriele Rinaldi, originate – si sottolinea – da “divergenze sulla questione Covid del Casale La Fiorina, già segnalate proprio da Libera. Che conclude il comunicato attaccando nuovamente sulla questione vaccini, chiedendo al Segretario alla Sanità di mostrare l'accordo firmato con l'Italia.

Sul punto insiste anche Repubblica Futura. “Accordi e contratti così rilevanti per la salute di tutti – scrive – non possono essere gestiti da una squadra di inadeguati”. “Governo dei segreti”, così viene definito. RF attendeva infatti, nel riferimento di ieri di Ciavatta, in Commissione, che venissero svelati i contenuti del protocollo d'intesa, e che fossero indicate “date certe” d'inizio della campagna. “Nessun elemento in più”, inoltre – rimarca Repubblica Futura –, è stato fornito in merito alla “scontistica particolare” che sarebbe conseguente all'ingresso nel “progetto di approvvigionamento” dell'UE. Secondo RF si sarebbero invece dovute “vagliare tutte le strade per il reperimento dei vaccini”. “Siamo arrivati al 14 gennaio – si legge nel comunicato – con il triste primato di essere fra i pochi Paesi in cui i vaccini sono ancora un miraggio”.


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